Ciao Leopardino Alain,
nel post dell’altro giorno mi sono dimenticato di scriverti un accadimento di una certa importanza: sabato sera ho ricevuto una graditissima telefonata. È squillato il cellulare, sul display appariva un numero che non conoscevo. Quando ho risposto, la voce dall’altra parte, quella si, mi era nota. Era Luca, il tuo angelo custode.
Dopo averlo ringraziato per le splendide foto di te che ci ha mandato (mammamia! Sei uno spettacolo! Bello, bello e ancora bello), abbiamo parlato di te, di come sei di carattere, di cosa fai e cosa non fai lì in istituto.
Dal ritratto che ha fatto il tuo amico, sei venuto fuori come quello che a Roma chiamano “cicio”. E nel resto d’Italia definiscono “tenerone”
Luca ci ha detto cose di te che ci hanno fatto stringere il cuore, aumentando la voglia di venirti a prenderti. Ogni volta che ti chiamiamo, rischio di trovare Baba che fa le valige.
Ma non si può e dovremo fare ancora esercizio di pazienza.
La buona notizia è che Luca dovrebbe tornare a Kinshasa a dicembre e potrà coccolarti un altro po’, in attesa che, finalmente arrivi marzo e ti porti mamma Baba e papà Paolo. Che nel frattempo consumeranno le tue foto a furia di guardarle.
Luca si è innamorato dell’Africa e, soprattutto, di tutti voi piccoletti. Al punto che ha lasciato il lavoro per cominciare la sua personale missione: colorare con tutto se stesso la vostra vita. Che, fuor di metafora, vuol dire vivere con voi spaccandosi la schiena, giorno dopo giorno, per costruire bagni, camere da letto, sale giochi e tutto quanto vi possa servire. La sua è una scelta di grande coraggio, di forte carattere, ma soprattutto di grande amore.
Una di quelle cose in grado di scaldarti il cuore. E ha surriscaldato il nostro al punto che Baba, quando le ho raccontato la volontà del tuo angelo, mi ha guardato e mi ha detto: «ma si; molliamo baracca e burattini (un modo di dire c’è ti soiegherò a tempo debito) e facciamolo anche noi!» che dre? Piacerebbe tanto anche a me e a Baba decidere di trasferisci, ma c’è da risolvere un problemino complesso: e poi? Come mangiamo?
C’è bisogno che l’ondata d’amore con cui vorremmo coccolarvi tutti diventi un lavoro. È dura. Molto. Ma ci si può pensare. Nel frattempo ho raccolto un po’ di materiale per scrivere un progetto e l’ho girato a Luca. Bisogna creare una Onlus, un gruppo di opinione, un qualcosa che metta a sistema tutte le realtà interessate al Congo per non disperdere energie e fare qualcosa di importante. Sabato prossimo incontreremo altri Congo-genitori e parleremo dell’idea di Luca. Dal canto mio, avendo ormai quasi 20 anni di esperienza nel mondo non profit, ho detto a Luca che sono pronto a dargli qualche dritta per aiutarlo nella realizzazione del suo progetto. Speriamo bene.
Un bacio grande piccolo bellissimo Leopardino.
Ciao Gnometto Alain