Ciao Gnomo,
nei week end di casa Avesani, quest’anno c’è una novità. Dai nostri sabato e domenica è sparita la pallavolo. Niente partite al Palazzetto. Il che vuol dire meno lavoro, ma anche meno vincoli e più tempo libero. Che si traduce nella possibilità di fare qualche gita.
Nell’ultimo fine settimana abbiamo aderito ad un’offerta del sito Groupon. Si tratta del portale di cui la zia Michi (che ti ha scritto quel bel post: C’era una volta…un piccolo principe) è azionista di maggioranza.
Propone soluzioni vantaggiose, o presunte tali, per acquisti di oggetti e servizi del genere più vario. Soprattutto servizi, diciamo così, curiosi. Pratiche stravaganti tipo “cavitazione”, dieta “Dukan”, “modellamento corpo”. Ma anche epiluminescenze, pulizie dei denti, massaggi vari.
E poi ci sono gli oggetti. E li si spazia dai cellulari agli appendiabiti di designer, dagli orologi ai pannelli solari, dalle cuffie sport wireless alla piastra termica scongelante. In mezzo a mille altre amenità.
Ma il pezzo forte di Groupon sono i pacchetti viaggio, principalmente per i week end. Per quanto “trufino de sola” (traduco nel caso non avessi ancora pratica dell’idioma capitolino: puzzino di fregatura), nella maggioranza dei casi sono soluzioni economiche, grazie alle quali fai ciò che la pigrizia di norma ti impedisce.
Senza andare oltre con le chiacchiere, io e la Baba siamo andati a Gubbio. Si tratta di un meraviglioso borgo medievale (il medio evo è quel periodo storico che comincia con la caduta dell’Impero Romano nel 476 d. C. per concludersi con la scoperta dell’America nel 1492; ma maggiori informazioni chiedi al nonno Rino) in provincia di Perugia, di cui siamo tutti e due innamorati. Ed in cui non vediamo l’ora di portarti.
Sono stati due giorni molto belli, in cui abbiamo passato – finalmente – un po’ di tempo per conto nostro, in pieno relax, immersi in scorci incantati e incantevoli.
Detto per inciso, abbiamo abbondantemente goduto delle prelibatezze culinarie locali. Una pletora di meraviglie che assaggerai prima possibile. Tartufi, funghi porcini, cinghiale, formaggio di fossa, prosciutti e salami sono capolavori del Signore: è un fatto.
Insomma; andiamo matti per la cucina umbra. E allora? Non è mica un reato!
Fuori da tavola, abbiamo passeggiato parecchio su e giù per i vicoli eugubini. Con tanto entusiasmo, perché – vedrai – Gubbio è una specie di favola a cielo aperto, abbiamo cercato di smaltire le allegre mangiate, percorrendo e ripercorrendo luoghi che conosciamo ed esplorato nuovi sentieri. Ad ogni nuova dolce visione, senza nemmeno dircelo, entrambi pensavamo la stessa cosa: adesso è bello; con lo Gnomo sarà bellissimo.
Quante cose gli potremo raccontare, quante fotografie gli potremo fare, quanti ricordi potremo costruire. Quanti strumenti per leggere meglio il mondo potrà regalargli Gubbio.
Perché il segreto della genitorialità, al momento, mi sembra proprio questo: fornire al proprio piccolo il maggior numero possibile di elementi per costruirsi ed imparare ad usare gli strumenti che gli serviranno per scrivere la sua storia.
Tornando alla nostra gita, per facilitare la dispersione calorica, avanzavamo con un’andatura giovane e pimpante, verità parziale, ma sopratutto avanzavamo in salita. Già, perché la Baba ha scovato ogni percorso di una qualche ostilità, portandomi dal più subdolo falso piano al più insidioso salitone stile Pordoi (mitica salita del Giro d’Italia di ciclismo), con la scusa che Gubbio è arroccato su una collina. Le mie proposte alternative di camminamenti in pianura venivano per lo più bocciate miseramente.
Tra una visione mistica e l’altra, la fatica imponeva qualche sosta. Durante le quali, incapaci di ingurgitare cibo, approfittavamo per visitare le botteghe degli artigiani; soprattutto ceramisti e conciatori di pelli e cuoio.
Gli anni scorsi, a Gubbio andiamo una volta all’anno), pensavamo ad acquisti per noi, per la casa, o per qualche amico.
In questi giorni indovina chi è stato il centro delle nostre attenzioni?
Esatto. TU.
Così, dopo aver messo in preventivo un paio di acquisti per la tua cameretta, abbiamo pensato ad un futuro più immediato.
Quando verremo a conoscerti, a Kinshasa (o dove sarà), porteremo con noi un album fotografico per farti conoscere in anticipo i nonni, gli zii, i cugini, la casa; insomma farti vedere un bel pezzo della tua vita romana.
E siccome le immagini che ti porteremo saranno preziose, perché tu sei prezioso, dovevamo avere un album prezioso. E cosa c’è di meglio di un bel porta foto in cuoio lavorato dai mastri eugubini. Un oggetto di grande pregio, fatto in una città che amiamo e ci piacerebbe che anche tu amassi.
Abbiamo scelto uno dei migliori artigiani eugubini, una ragazza metà italiana e metà olandese, che fa il suo lavoro con tanta bravura e tanta passione. Spesso le due cose vanno di pari passo.
Con lei abbiamo visto i diversi modelli ed individuato quello che ci sembrava più gusto. Su suo consiglio, abbiamo inciso – con un timbro a secco – le iniziali della Baba, le mie e lasciato un bello spazio per le tue. Come dire che, al tuo arrivo, dovremo tornare a completare l’opera. Anche perché la Maestra artigiana delle pelli gradirebbe molto fare la tua conoscenza.
Ecco, hai appena prenotato una delle tue prime gite.
Ciao Gnomo, alla prossima.